venerdì 21 novembre 2014
Fegatelli di maiale
martedì 21 gennaio 2014
Animelle fritte
venerdì 22 marzo 2013
Onglet, Hanger & Skirt Steak (aka Entrana)
domenica 9 gennaio 2011
Gli Schienali
Ma non voglio scrivere di questo aspetto della questione (che richiederebbe una competenza scientifica che non ho) ma bensì del lato "gastronomico". Infatti nel periodo natalizio ho avuto richiesta, da parte di clienti, proprio degli schienali (che al nord si chiamano filoni) come ingrediente per alcune ricette regionali come ad esempio la cima alla genovese (in cui va il cervello, ma molti lo sostituiscono o integrano anche con gli schienali).
Nella tradizione romana di un tempo (ormai penso che siano ben pochi coloro che apprezzino queste cose) venivano passati nella pastella semplice con farina e uovo, oppure più ricca fatta con latte, uova olio e parmigiano. Una volta "panati" venivano fritti in olio bollente.
Prima dell'utilizzo degli schienali, è necessario metterli in un pentolino con acqua fredda e portare ad ebollizzione, avendo cura di non romperli.
Penso sia utile ricordare inoltre che c'è una bella differenza tra il midollo in questione e il midollo osseo. Quest'ultimo infatti è quello che si trova all'interno degli ossobuchi (e ossa in generale) e viene usato anche per fare il vero risotto alla milanese.
domenica 21 febbraio 2010
I Crostini Toscani
Si servono come antipasto rigorosamente su fette di pane Toscano ("sciocco") caldo.
In alcune versioni è previsto insieme ai fegatini l'ultilizzo di milza di vitello
domenica 4 ottobre 2009
Fettuccine al Sugo di Rigaglie
Prima di tutto mi voglio scusare per la scarsissima qualità della foto purtroppo la digitale ufficiale è morta e questa di scorta fa quello che può...
Ma veniamo al dunque,come sapete "a causa" del mio lavoro passo gran parte della giornata in mezzo a tante prelibatezze, quindi qualche volta mi piace preparare a casa dei piatti che mi permettono di riscoprire alcuni sapori dimenticati della mia infanzia ed elaborare materie prime "povere".
Come il caso di queste "Fettuccine al Sugo di Rigaglie" un classico della cucina del centro Italia e in particolare della Toscana e dell' Umbria
La ricetta è molto semplice e come detto si prepara con quello che oggi si chiamano "scarti " del pollo (invece una volta erano ingredienti normali) ovvero i fegatini, i cuori e a volte anche le creste testicoli ecc..., insomma tutte le interiora del pollo chiamate comunemente rigaglie (o rigaje).
Ecco come procedere: preparate un soffritto con della cipolla e carote tagliate molto sottili, aggiungere le rigaglie tagliate a pezzettoni, quando avranno cambiato colore (diventeranno scure) sfumare con del vino bianco, appena evaporato aggiungere della conserva di pomodoro e aromatizzare con salvia e timo (o rosmarino) lasciar cuocere a fuoco lento per un ora o comunque fino a quando si otterrà un bel sugo denso e saporito.
Cuocere le fettuccine all'uovo e scolarle al dente, mantecare a caldo il sugo con la pasta in un ampio tegame.
Piccolo suggerimento: consiglio di abbondare nelle dosi perchè il giorno dopo e anche più buono :)
giovedì 30 luglio 2009
Il Pannicolo
Proprio perchè ricopre questo ruolo importante, è una parte molto ricca di sangue e viene spesso utilizzato da chi ha carenze "ferrose" o di proteine. Basti pensare che quello nelle foto è un pannicolo di vitella (ma è quasi "rosso" come se fosse carne di manzo).
Anche il pannicolo fa parte di quei tagli "poveri" che al giorno d'oggi sono stati quasi dimenticati da tutti, ma in tempi lontani era molto ricercato soprattutto nella cucina romana. Veniva ( e viene) tagliato a "libro" (come si può vedere nella seconda foto) in modo da ottenere delle fettine sottili poi una volta battute e rese sottili sono pronte per ottenere i classici involtini di una volta(riempiti con un trito di carota e sedano e cotti al sugo di pomodoro) oppure in alternativa si posso cuocere le fette in padella alla "pizzaiola".
Inoltre ormai sono sempre meno le persone che si dedicano a queste ricette laboriose e che vanno alla ricerca dei tagli "minori". Però come spesso accade queste parti sono le più buone e saporite (ed ormai anche economiche).
giovedì 26 marzo 2009
Le Animelle
Infatti grazie alla sua "aninella in torcione, semi di girasole, salsa alla cioccolata fondente 72%, purea di cavolfiore e chips di patate viola" (che potete trovare nel post qui sotto) mi ha fatto venire l'idea per questo ennesimo post "didattico".
Iniziamo spiegando prima cosa s'intende col termine "animella". Negli animali (bovini ed ovini, quelli che ci interessano) è la parte che per noi umani corrisponde al Timo. Situata nel collo, si trova solo negli esemplari giovani infatti dopo la crescita viene riassorbita dall'organismo, seccandosi.
I suoi impieghi in cucina sono svariati, nella tradizione romana (per quanto ne so) viene cucinata soprattutto fritta, sempre nelle regioni centrali è diffusa la frittata con carciofi e animelle o comunque spesso è abbinata a questa verdura.
Inoltre si possono cucinare in padella solo con burro, salvia e rosmarino, oppure unire a dei gustosi risotti.
In queste foto l'animella in questione è quella di abbacchio, in quanto l'abbiamo sempre a portata di mano avendo a disposizione l'animale intero. Invece per quella di vitella riusciamo ad averla solo su ordinazione in quanto l'animale che arriva in negozio è già "pulito"
mercoledì 28 gennaio 2009
Il Rognone di Vitello
Quando il mese scorso, pubblicai il post sul Cuore di Vitello, pensai di aver chiuso il discorso "quinto quarto".
Invece mi ero dimenticato di parlare del Rognone di vitello, me ne sono ricordato solo perchè è arrivato "per caso" in negozio (ormai queste cose arrivano solo su ordinazione o per omaggio dei fornitori)
Infatti sono pochi i buongustai che apprezzano ancora questa parte, anche se ci sono tante ricette e modi di prepararlo: al marsala (o al madera o cognac), trifolato con la cipolla e porro (che è la più diffusa), oppure al prezzemolo.
Queste ricette sono tutte molto simili, prima di cuocere il rognone comunque va messo a bagno in acqua e aceto per circa un ora, poi fatto saltare in padella velocemente per fare uscire l'acqua residua.
Dopo questi procedimenti base si può aggiungere come dicevamo prima, un vino a scelta, cipolla, porro o prezzemolo.
Una caratteristica, del rognone è il suo grasso del quale è completamente ricoperto. Frequentando i corsi di cucina del Cordon Bleu ho scoperto che tale grasso è "nobile" e può essere usato al posto di olio o burro per dare più sapore ad alcuni piatti.
giovedì 21 febbraio 2008
Lo Strutto
martedì 22 gennaio 2008
Il Fegato di Vitello
Nella foto sotto si può vedere l'appendice del fegato che
- Fiorentina: si cuoce il fegato infarinato in padella con olio e uno spicchio d'aglio e un pò di salvia. Dopo averlo girato rapidamente e fatto colorire da entrambe le parti, aggiungere un sugo di pomodoro (preparato in precedenza) e far sobbollire per pochi minuti. Pochi altrimenti se passa di cottura diventa duro e immangiabile.
- Veneziana: Penso sia il modo di cottura più comune. Ci vuole tanta cipolla tagliata sottile e fatta stufare in padella con olio per circa mezz'ora, per questa operazione ci si può aiutare anche con dell'acqua in quanto non deve risultare troppo colorita. Quindi si può aggiungere il fegato tagliato a pezzettini con qualche foglia di salvia, cuocere per 10 minuti e (facoltativo) sfumare con del vino bianco.
- Fritto Dorato: La prima volta che sentii questa ricetta ero alle superiori (già pensavo a cucinare) un mio amico calabrese mi disse che a casa sua il fegato veniva mangiato solo cosi, infarinato e fritto. Penso che questa sia un tradizione tipicamente del sud, ho provato solo una volta a farlo (parecchi anni fa) ma il risutato è stato abbastanza "pesante" :)
domenica 30 dicembre 2007
Il Cotechino
giovedì 13 dicembre 2007
La Coratella d'abbacchio Con Carciofi
Questo è uno dei pochi piatti della cucina romana che mi piace veramente tanto, sono stato abituato fin da piccolo a mangiarlo ed apprezzarlo. Anche se purtroppo sono sempre meno le persone che gradiscono queste cose, quindi per incentivare il consumo ogni tanto la cuciniamo anche. Soprattutto in questo periodo in cui la richiesta di abbacchio è salita (a Roma si mangia tutto l'anno ma in particolare per le feste comandate) proponiamo un modo per consumare la coratella poiché altrimenti andrebbe sprecata, dato che a molte donne fa impressione o non gli va proprio di cucinarla (perchè non gli piace).
Per mangiare una buona coratella, bisogna preparala un giorno prima, noi la tagliamo a pezzetti e la lasciamo una notte in ammollo con aceto e un pochino di acqua, poi il giorno dopo la risciacquiamo ed è pronta per la cottura.
Ovviamente la prepariamo in modo molto semplice anche perchè non c'è una vera e propria ricetta, ognuno ha una sua versione "a occhio". Si parte da uno stufato di cipolla con olio d'oliva, dopo pochi minuti si uniscono i carciofi tagliati a spicchi (passati nel limone per non farli ossidare) e si manda avanti per qualche minuto. La coratella viene cotta invece in un altro tegame, all'inizio anche lei con poco olio, per creare sempre la famosa crosticina, dopodichè si bagna con del vino bianco, aggiunendo salvia e alloro e mandando avanti per circa 20 minuti. Per finire si uniscono i carciofi cotti a parte, si manda avanti per altri 15-20 minuti ed è pronta.
Per la dose dei carciofi noi ci regoliamo così : uno ogni 150 g di coratella.
Al termine della cottura l'ho lasciata abbastanza " liquida" in quanto il cliente poi dovrà scaldarla a casa e quindi dopo prenderà la giusta consistenza...(altrimenti si seccherebbe troppo). Sul piatto si dovrebbe presentare piu o meno così:
venerdì 16 novembre 2007
Il Fascino del Proibito
Mi ricordo i primi tempi che ho iniziato a lavorare (più di 10 anni fa) di pajata ce n'era in abbondanza e non sapevamo a chi darla. Si vendeva si, ma non era tanto ricercata.
Poi ci fu lo scandalo "mucca pazza" e la comunita europea ha iniziato a proibire di qua e di là.
Qualcosa è stato riabilitato qualcosa no, la pajata (di vitello) è stata soppressa per sempre.
Teoricamente dovrebbe essere distrutta nel centro carni. Teoricamente.
Oggi il fornitore che ci consegna gli abbacchi ci ha fatto questo "regalo", era parecchio che non la vedevo...e ho sorriso facendo la riflessione del titolo del post, in quanto oggi è una cosa ricercatissima, spesso il cliente si avvicina in modo da non farsi sentire dagli altri e chiede sottovoce:" ma un pò de pajata nn se rimedia??'" sembra una scenetta da pusher.
Se non troverò un cliente gourmet mi sacrificherò e cucinerò dei bei rigatoni col sugo di pajata il più classico dei piatti romani...