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giovedì 12 febbraio 2009

VIENNA

Come avevo già avevo anticipato in qualche angolo della rete, ho trascorso un breve week-end nella capitale austriaca. Il motivo ufficiale è stata la visita ad un caro amico che sta lavorando lì per un periodo di sei mesi, ma vista la (ghiotta) occasione non mi sono fatto scappare anche un tour gastronomico (oltre a quello turistico ovviamente).

La visita della città è quindi iniziata partendo da questo famoso Hotel :)


Una volta fatte le foto di rito e ammirato il posto, s'inizia subito ad assaggiare il simbolo di Vienna ovvero la Sacher Torte. Quella originale s'intende!


Prima del viaggio, avendo ottenuto preziose informazioni su tutte le pasticcerie, non mi sono esentato anche dal provare la versione della Demel (rivale storica della Sacher).



In entrambe le visite ho accompagnato le fette di torta (servita con un abbondante ciuffo di panna) con il tipico Wiener Melange (un cappuccino con aggiunta di panna).



A mio modesto avviso ho trovato la Sacher originale più buona, mi è sembrata più "leggera" e ho apprezzato lo strato di gelatina di albicocche nel mezzo (che in molte altre versioni invece non è prevista). Ciò non toglie che anche la torta di Demel è molto buona, ma alla fine entrano in gioco i gusti personali, fermo restando che sono i due prodotti di punta (e di qualità) dell'intera città (e forse del paese). Sempre a proposito di pasticcerie c'è da segnalare anche la catena Aida, non paragonabili alle precedenti ma molto frequentate anche dagli stessi viennesi. Il costo per un colazione come quelle che ho fatto (torta+cappuccino) seduto al tavolo e servito è in media di 8-10 euro.

L'altro piatto tipico di Vienna è la Schnitzel (Wiener Schnitzel) ovvero la tipica cotoletta impanata e fritta, storica rivale della nostra orecchia d'elefante.

Per provare questo piatto sono stato nei due locali più caratteristici e famosi della città :

Figlmuller situato in pieno centro il quale ha due sedi, la principale costantemente piena dove non si troverà mai posto tuttavia gli stessi gestori dirottano i clienti nella via dietro l'angolo a pochi metri dove c'è la seconda sede e nella quale con un po' di pazienza si può trovare un tavolo libero.

La loro Schnitzel è veramente enorme, esce dal piatto, ma è anche abbastanza sottile. Carne tenerissima e saporita.(foto in basso)

L'altra Beisl (tipica osteria viennese) che ho visitato è stata la Zu Den 2 Lieserln stile rustico con le classiche pareti in legno, dove ho mangiato un'ottima cotoletta, anche se qui invece di una ne sono servite tre più piccole e leggermente più spesse. Una caratteristica che ho notato, comune di tutte le Beisln, sono i prezzi vermante bassi (rispetto anche ad una normale pizzeria italiana) una Schnitzel costa in media intorno ai 7-8 euro mentre mezzo litro di birra sui 3 euro.

L'unico grosso problema in tutta la città riguarda il divieto di fumo che non esiste. Quindi purtroppo bisogna rassegnarsi e mangiare il pasto in mezzo a nuvole di fumo (se si è fortunati si può trovare la zona non fumatori)

-
In questo breve ma intenso soggiorno austriaco ho conosciuto tante altre specialità tipicamente nordiche, tra le quali: i kasekrainer (wurstel ripieni di formaggio) che vengono venduti nei tipici wurstelstand (chioschi per la strada), gli spatzle (paragonabili ai nostri gnocchi) e il bretzel che in alcuni ristoranti viene portato in tavola come il nostro pane.


Poi ho approfondito la conoscenza dello strudel di mele (apfelstrudel) e ho ammirato in tanti negozi sparsi per la città tantissimi tipi di pane con vari semi e diverse farine... uno spettacolo anche solo da guardare (le due catene principali sono Anker e Strock) ovviamente tutto il cibo è stato innaffiato dalla birra.
Nella foto in basso a destra c'è quella di un microbirrificio viennese 7 Stern Brau dove ho anche consumato un gustoso e veloce pranzo.









Per quanto riguarda la parte turistica, Vienna offre innumerevoli spunti d'interesse di sicuro bisogna visitare l' Innere Stadt ovvero il centro storico, che oltre alle sue belle vie ricche di negozi interessanti comprende la Stephansplatz ovvero la piazza principale dove si trova la Stephansdom (cattedrale di Santo Stefano) -sembra la città fatta apposta per me- :)

Inoltre sono immancabili l' Hofburg (il complesso dei palazzi imperiali) lo Schonbrunn (la residenza estiva degli imperatori) il Rathaus (municipio) ma anche tutta una serie di chiese minori ed altri palazzi interessanti dominati dallo stile gotico.

Vienna è una città ricca di giardini e di parchi, e forse visitarla in pieno inverno è un limite, ma se si è appassionati di sport invernali (sci o pattinaggio sul ghiaccio) allora si può rivelare ancorà più interessante, vista la disponibilità di piste per entrambi gli sport in pieno centro città.

Infine due consigli: il primo di fare anche una passeggiata nel quartiere trendy di Neubau la cui via principale Mariahilferstrasse è piena di negozi e sempre affollata, e dove ci sono alcuni dei locali che ho visitato. Il secondo è di visitare il Naschmarkt (vicino alla bella Karlsplatz) è il mercato più importante di Vienna dove si possono trovare tante specialità tipiche ma anche prodotti "etnici". Mi dispiace essere stato molto riduttivo, ma queste sono veramante le cose più importanti, anche se la città offre molto di più e di sicuro tornerò presto per continuare meglio la sua conoscenza (e fare un altro reportage)






Per chi è ulteriormente interessato ci sono altre foto nel mio album su Facebook ;)

martedì 25 novembre 2008

Il Corso Di Pasticceria alla Scuola Cordon Bleu


Come ormai ben sapete la mia vita è "tra la carne", tuttavia il mio amore per il cibo, e soprattutto la mia curiosità e voglia d'imparare al di fuori dell'ambito "carnivoro" non ha confini.

Per questo, nelle ultime sei settimane, tutti i lunedì pomeriggio, ho frequentato il corso di pasticceria della Scuola di Arte Culinaria Cordon Bleu che si trova presso lo Sheraton Hotel ovviamente qui a Roma e, cosa da non sottovalutare, nella mia zona (eur).

"Da più di quaranta anni l'insegnamento dell'Arte Culinaria in Italia passa dalla nostra scuola. La prima lezione si è tenuta nella sala Ninfeo di un noto ristorante di Roma nell'ottobre del 1966. La Scuola di Arte Culinaria Cordon Bleu è la più antica e prestigiosa scuola di cucina in Italia ed è stata la prima a divulgare la scienza gastronomica non solo come esperienza professionale ma più ancora come fenomeno culturale. " (tratto dal sito cordonbleu.it)

Purtroppo preso dall'euforia mi sono sempre dimenticato di portarmi l'inseparabile digitale e fare qualche foto a tutti i dolci che abbiamo fatto durante il corso.

Fortunatamente però, sono riuscito a documentare l'ultima lezione, che comprendeva (come si può notare dalla foto in apertura e quella qui in basso) la mitica torta Sacher.



Inoltre quest'ultima lezione abbiamo preparato anche il babà. Eccomi (nella foto sotto) come in quasi tutte le lezioni, all'opera, in questo caso proprio mentre preparavo l'impasto per il tipico dolce napoletano (in un momento di "gioco" insieme alle docenti):




Ed ecco il risultato appena uscito dal forno:


Devo dire che questo corso è stato molto interessante, e mi ha fatto conoscere molte preparazioni di base (che in parte conoscevo) ma anche tante altre "piccole grandi " ricette ed accorgimenti che di sicuro mi serviranno in futuro.

Per dovere di cronaca voglio segnalare quello che abbiamo preparato, rigorosamente in ordine sparso: la pasta sfoglia, la pasta frolla, vari tipi di crema, il croquenbouche, la tarte tatin, il millefoglie, lo strudel (e in particolare la pasta strudel), cannoli alla siciliana, la pasta biscuit e il rotolo, la meringa francese, quella italiana e l'uso del glucosio, di sicuro mi dimentico qualcosa... ma insieme a tutto questo ci sono stati tanti altri piccoli "suggerimenti" preziosi che uscivano fuori durante le varie lavorazioni.

In questa scuola, due anni fa ho frequentato anche il corso di cucina base e quello di alta cucina (ancora non avevo il blog purtroppo) che mi hanno fatto apprendere le basi della cucina classica (che in parte si ispirano alla scuola francese, ma non solo) e sono stati importanti anche per poter imparare e apprezzare la cucina "moderna".


In futuro penso di seguire delle monografie sempre sui dolci e di sicuro frequenterò il corso di pane e pizza. Intanto ieri ho preso e portato a casa il mio terzo diploma :)



Ah non posso dimenticare che tutto questo è stato reso possibile grazie ai consigli di Daniela (di senzapanna) che mi ha fatto scoprire questo "universo" . Anche lei ha fatto più o meno il mio percorso ... solo che poi lei è andata avanti alla grandissima e ormai è su un altro livello... :)

giovedì 11 settembre 2008

Ma quanto può essere buona....

La cioccolata ai mirtilli????


Un "dolce" regalo di Daniela dalle splendide valli alto atesine dove è stata a pattinare (e a mangiare) quest'estate :D

Questi regali sono sempre i più graditi...


Se si presta attenzione alla foto si noteranno dei piccoli punti neri... sono veri mirtilli ed è un abbinamento fantastico secondo me. Grazie Daniela per avermi fatto scoprire questa bontà !!!

martedì 19 febbraio 2008

La Torta LemonCocco di Tulip

La ricetta di questo dolce l'ho presa dal blog di Tulip dove passo ogni tanto a cercare sopratutto qualche dolce facile (e buono) come questo.

Inutile dire che lei ha fatto tutto meglio di me, a partire dal formato (ha fatto delle piccole tortine) mentre io mi sono affidato al più rassicurante formato classico. Inoltre al posto della raffinata glassa da mettere sopra ho preferito del semplice zucchero a velo.

A parte tutto, è un dolce veramente facile e buono anche se i sapori sono "estivi" si mangia bene anche adesso.
Passiamo agli ingredienti:
  • 150 g farina
  • 50 g di farina di cocco
  • 200 g zucchero
  • 100 g burro
  • 3 albumi
  • 1/2 bicchiere di latte
  • 1/2 bustina lievito per dolci
  • 1 limone
  • zucchero a velo

Sciogliere il burro, quindi montare gli albumi a neve ferma, aggiungendo poco alla volta lo zucchero, come a voler fare una meringa.
In un'altra ciotola mescolare farina, latte , burro sciolto, la buccia grattuggiata del limone e il suo succo e il lievito. Quindi aggiungere il cocco e mescolare bene.
Solo alla fine aggiungere mescolando con una spatola, piano piano dal basso verso l'alto, gli albumi. Imburrare ed infarinare lo stampo, versarvi il composto e mettere in forno a 180° per circa 40 minuti. (per vedere se è cotta è consigliabile la prova stecchino).

mercoledì 16 gennaio 2008

La Torta Caprese

Per adesso, e finchè non farò il corso di pasticceria (tra qualche mese), mi dedico a dei dolci abbastanza semplici, quindi dopo crostate, pandispagna, e palline varie ecco a voi... la Caprese.

Senza troppe difficoltà e in poco tempo si riesce a creare questa squisitezza, un pò impegnativa dal punto di vista calorico, ma proprio per questo ottimo antidepressivo :)).

Veniamo subito al dunque, ecco la ricetta di Lydia, napoletana doc, che ha creato la "formula magica" della Caprese adottata ormai da quasi tutti i foodblogger e non solo:


Torta Caprese ( by Lydia Capasso)

Ingredienti:

-zucchero gr. 200
-cioccolata fondente gr. 200
-mandorle con la pelle gr. 200
-burro gr. 200
-5 uova
-2 fialette di essenza di mandorle
-1 bustina vanillina

Tritare molto bene le mandorle con lo zucchero, sciogliere il cioccolato con il burro, sbattere i tuorli. Mescolare tutti gli ingredienti e in fine aggiungere gli albumi montati a neve. Infornare in forno già caldo per 10 min. a 200 gradi e per 40 min. a 170 gradi.

-Oltre a questa versione classica c'è anche quella bianca e al limoncello-

Questa è la ricetta originale io, per motivi logistici-pratici-temporali, ho adottato le seguenti modifiche: ho mescolato tutti gli ingredienti senza montare gli albumi a neve, non ho messo l' essenza di mandorle, e niente vanillina. Sicuramente gli albumi a neve danno più morbidezza e fungono da "lievito" (quindi è vivamente consigliato farlo), ho usato la farina di mandorle (e si sente che non è la stessa cosa delle mandorle intere) e un rinforzo con l'essenza di mandorle ci vuole poichè il cioccolato alla fine sovrasta un pò il tutto.

Nonostante tutto è venuta veramente buona ma la prossima (previa maniacale organizzazione) la farò senza varianti!


Lydia frequenta il forum di amici in cucina , la troverete lì, insieme a tante altre persone molto preparate e simpatiche [....e ci sono anche io... :))]

giovedì 6 dicembre 2007

Il Castagnaccio


Ho tanti ricordi legati a questo dolce. I più vecchi risalgono all'infanzia, mia nonna da buona toscana ne preparava sempre in grandi quantità in questo periodo, ma ricordo che all'epoca non mi piaceva forse era un gusto troppo "complicato" per un bambino, poi lo riscoprii con molto piacere qualche anno fa, proprio in un ristorante in toscana, e da allora mi sono riproposto di prepararlo prima o poi.
Poi ci sono i ricordi più recenti, che risalgono all'anno scorso (proprio in questo periodo), quando finita una parentesi marinara della mia vita, ho intrapreso la strada dell'eno-gastronomia, iniziando a fare corsi di cucina e visitare siti di ricette e forum gastronomici. Proprio sul forum del Gambero Rosso, pubblicai il mio primo "post" come richiesta della ricetta del castagnaccio. La prima che rispose fu Bruna (alias Ciriola) che mi scrisse una ricetta ottima, con la quale ho fatto anche quello che vedete in foto. Anche se con qualche piccola modifica :

(dose per 8 porzioni)

-300 g di farina di castagne
-mezzo litro di acqua
-40 g di pinoli
-60 g di uvetta
-un rametto di rosmarino
-sale q.b.
-6 cucchiai di olio extravergine di oliva

Setacciate la farina, versatela in una zuppiera e diluitela con l'acqua fredda fino a ottenere una pastella abbastanza liquida. Aggiungete 4 cucchiai d'olio, un pizzico di sale e l'uvetta fatta rinvenire in acqua tiepida. Versate l'impasto in una teglia precedentemente unta con un po' d'olio e cospargete la superficie di pinoli e rosmarino. Irrorate con l'olio rimasto e passate in forno caldo a 200 gradi per circa 30 minuti.
Il castagnaccio è pronto quando ha la superficie croccante e screpolata.

(in altre ricette è prevista una dose di acqua ed una di latte per diluire la farina di castagne)

le mie modifiche sono state l'assenza di uvetta (un po' perché non mi piace e un po' perché non ce l'avevo sottomano) ma ho usato l'olio nuovo di casa e il rosmarino del terrazzo :)








lunedì 12 novembre 2007

I Dolci della Domenica

Nelle domeniche invernali mi piace stare a casa e dedicarmi alla cucina (soprattutto ai dolci), ho approfittato di un pomeriggio intero per dedicarmi ad un esperimento e 2 cavalli di battaglia.

L'esperimento consisteva in un Pan di Spagna, che alla fine è venuto anche piuttosto bene, seguendo una ricetta che ho trovato sulla rivista della Cucina Italiana:



- 4 uova

- 150 gr. di zucchero

- 150 gr. di farina


Montare per circa 15 minuti le uova con lo zucchero finchè non diventerà una massa spumosa e biancastra. Quando "scrive", ovvero una volta sollevate le fruste il composto rimane un pò in superfice senza affondare subito, è pronto. Subito dopo con un cucchiaio di legno si può aggiungere la farina mescolando dal basso verso l'alto facendo attenzione che non si smontino le uova, appena la farina sarà assorbita versare il composto in uno stampo e mettere in forno per circa mezz'ora a 185 °. L'impiego del Pan di Spagna è abbastanza variegato (sopratutto per le torte) penso invece che lo consumerò semplicemente cosi com'è magari giusto con un pò di marmellata o panna.








ed ecco i miei cavalli di battaglia ovvero le crostate. Di ricette per la pasta frolla ne ho sentite a migliaia ognuno ha la sua "speciale" chi usa il lievito (?) chi mette più o meno albumi ecc.. personalmente sono arrivato a questa che mi pare la più semplice e più buona:

- 2 uova

- 500 gr farina

- 250 gr burro

-250 gr zucchero

Impasto tutto insieme velocemente poi la faccio riposare mezz'oretta in frigo. Infine la stendo nella tortiera. Ho usato una semplice marmellata di albicocche per una e per l'altra della ricotta di pecora che vagava nel frigo. L'ho zuccherata e lavorata con un uovo intero.
Ho fatto lo sbaglio di cuocerle insieme e mentre quella con la marmellata è venuta bella dorata (anche un pò troppo..) quella con la ricotta ha accusato il troppo calore in superfice.

Comunque dovrebbero essere commestibili :)








Infine un altro cavallo di battaglia sono questi tartufini di ricotta e cocco.

Visto che mi era avanzata ancora parecchia ricotta ho fatto questi dolcetti che, anche se sono molto anni '80, a me piacciono tantissimo soprattutto quando sono belli freddi.

In proporzione ho usato:


- 200 gr di ricotta

- 100 gr farina di cocco

- 100 gr di zucchero a velo


Ma spesso queste dosi vanno rivedute a seconda del tipo di ricotta che si usa e del grado di dolcezza che si vuole ottenere.

Successivamente ho aggiunto a "occhio" alla base fatta in precedenza dei pistacchi tritati (per un tipo) e cacao (per un altro) e li ho ricoperti con il loro "ripieno".


Che dire alla fine, ero quasi stanco perchè sono volate 4 ore, ma anche soddisfatto. Nei prossimi giorni a turno porterò questi dolci al negozio per fare colazione tutti insieme (meglio evitare le tentazioni a casa ...)










venerdì 21 settembre 2007

Crostata di Carote

Le giornate sono veramente lunghe quando si sta a casa senza fare niente... e allora come passare un pomeriggio? facile facendo un dolce con la verdura!
L'idea mi era venuta guardando delle foto su un giornale, la cosa mi intrigava perciò ho chiesto in giro, sulle prime non è stato facile, mi hanno frainteso e mi hanno dato la ricetta della pumpkin pie americana (che non è proprio la stessa cosa) poi alla fine è arrivata lei: Daniela e ha tirato fuori dal suo enorme database questa ricetta tratta dalla "Cucina Italiana":

Tempo: 90'

Ingredienti: (dose per 10 persone) pasta frolla g 350 - zucchero g 350 - carote a rondelle sottili g 250 - fecola g 100 - burro g 100 - farina di mandorle g 100 - 3 tuorli - pistacchi - zucchero a velo - sale

Conto calorie: kcal 494 (KJ 2067) a porzione

Sbollentate le carote per 2' in acqua leggermente salata, poi toglietele e cuocetele per 10' con mezzo litro d'acqua e g 250 di zucchero; fatele raffreddare nello sciroppo, quindi scolatele e passatene al mixer g 200, mescolandole con la farina di mandorle. Montate a spuma il resto dello zucchero (g 100) con il burro e un pizzico di sale, poi unite la fecola e i tuorli. Con la pasta frolla stesa a mm 3 di spessore rivestite uno stampo per crostate (ø cm 25). Riempitelo con il passato di carote e spalmatevi sopra il composto di burro. Infornate la crostata a 180°C per 40'; portatela in tavola guarnita con le carote rimaste (g 50), pistacchi tritati e zucchero a velo.





Per i miei gusti è venuta un pò troppo dolce, ma comunque è un dolce originale e molto bello esteticamente. Può far fare una bella figura. Piccola annotazione: non ho trovato la farina di mandorle e l'ho sostituita con quella al cocco. Secondo me ci sta anche meglio, visto che si avvicina come consistenza alle carote.

giovedì 26 luglio 2007

Torta di Riso

Con tutto il trambusto creato nell'ultimo periodo dai nuovi macchinari alla fine sono uscite fuori dalle varie dispense anche delle buste di riso smezzato e di vari tipi... per eliminarlo in modo rapido e gustoso ho pensato farci un dolce.
Cosi con la scusa ho provato anche il nuovo forno...
Essendo abbastanza pigro e non avendo voglia di sfogliare qualche ricettario ho chiesto sul forum del GR una ricetta e come al solito Daniela me ne ha regalata una delle sue... (ma anche tante altre persone mi hanno dato spunti :))


Torta di riso: (By Tartare)


300g riso originario (o altri tipi da minestra), 200g zucchero, 1 l latte, 500g acqua, 3 uova, 70g uvetta, 60g pinoli, buccia grattugiata di limone o di arancia, burro per teglia. Scaldare latte e acqua, aggiungere zucchero e riso. Cuocere fino ad assorbimento del latte. Raffreddare e aggiungere gli altri ingredienti. Ungere una tortiera e rivestire con zucchero caramellato, versare il composto e cuocere a 180° per 20-30'. Sformare su un piatto e servire fredda con panna montata e decorata con caramello. Varianti: si possono eliminare pinoli, uvetta e limone o sostituire con amaretti tritati.

La mia versione è più semplice (a causa di mancanza di tempo e ingredienti) ho messo oltre alla base solo pinoli e scorza di limone e purtroppo è venuto poco caramello da metterci sopra. Il sapore era buono anche se gli mancava quel "mordente" che penso gli amaretti gli avrebbero dato... a settembre mi ci dedichero di più questi fanno ancora parte degli "esperimenti".