Pochi giorni fa ho avuto il grande piacere di visitare la cantina Mastroberadino, una delle più antiche d'Italia (come ben si legge nel logo, anno di fondazione 1878).
Nel piccolo paesino di Atripalda (non lontano da Avellino) si trova la cantina e la sede amministrativa ma anche il "centro sperimentale" infatti pur essendo da sempre ambasciatrice dei vitigni autoctoni (nella zona ci sono ben tre DOCG: Fiano di Avellino, Tauriasi, e Greco di tufo) non si rinuncia allo studio delle piante e a nuovi prodotti (per questo c'è anche un laboratorio di micro vinificazioni).
Iniziamo la visita accompagnati dall'enologo Massimo di Renzo e ci perdiamo nella vastità delle cantine, fra barrique francesi, botti grandi in rovere di slavonia e affreschi (ma questa è un'altra lunga storia che lega arte & vino)
La visita continua ammirando il suggestivo caveau aziendale dove oltre ai vari premi e riconoscimenti ottenuti negli anni c'è la collezione di annate storiche aziendali. La più vecchia è l'annata 1928, ma spunta anche una 1934 e si continua così fino alle più recenti degli anni '90 (passando anche per la 1977) ;)
La cosa sorprendente è scoprire che pochi anni fa in una verticale storica Tauriasi Mastroberardino tenutasi a New York da Robert Parker l'annata 1928 ha preso 95 punti.
E questo la dice lunga sulla longevità dell'aglianico e del Tauriasi in particolare
Per chiudere la prima parte della visita, una piccola degustazione con le bottiglie più rappresentative dell'azienda: Falanghina Morabianca, Greco di Tufo Novaserra, Radici Fiano di Avellino, Aglianico Redimore, Aglianico Radici.
Molto interessante anche la descrizione e analisi del terreno di origine vulcanica (siamo abbastanza vicini al Vesuvio) ma che comprende anche calcare, argilla e sabbia. Tutte caratteristiche di un grande territorio ad alta vocazione vitivinicola.
Infine da segnalare la bella iniziativa
che l'azienda ha intrapreso nel 1996, su incarico
della Soprintendenza Archeologica di Pompei: il ripristino
sperimentale di alcuni vigneti che per certo erano coltivati
all’ interno della cinta muraria della città e di cui l’eruzione
del 79 d.C. ha conservato tracce importanti.
Per
una superficie totale di circa 1 ettaro, 5 vigneti – Oste Eusino,
Casa della Nave Europa, Osteria del Gladiatore, Foro Boario, Casa del
Triclinio Estivo – sono stati impiantati con i vitigni autoctoni
Piedirosso e Sciascinoso, usando le stesse tecniche, accertate da
importanti ritrovamenti e studi archeologici, di 2000 anni fa e dando vita alla "Villa dei Misteri" vino pompeiano rosso IGT.
La visita si è conclusa con il pranzo presso il Radici Resort
ospiti del ristorante Morabianca
ci troviamo nel comune di Mirabella Eclano sede appunto del resort e ristorante ma anche dei vigneti di aglianico (redimore) e falanghina (morabianca) inoltre c'è lo spazio per un campo da golf (che fa parte anche del circuito delle gare internazionali) una spa, una piscina all'aperto riscaldata, e molti altri comfort.
ecco ed il nostro pranzo:
focaccia con cipolle e pane ai semi |
il benvenuto: tartelletta alla crema salata |
Fior di ricotta con crema di zucchine e prosciutto di Venticano |
Risotto agli asparagi selvatici (raccolti nella tenuta) e tartufo |
Capocollo di maialino al miele in riduzione di Aglianico |
Millefoglie con crema pasticcera e amarena
Come accompagnamento ai piatti abbiamo avuto modo di degustare il Lacrimarosa un aglianico vinificato rosato (molto interessante e ottimo come aperitivo) il Greco di tufo Vintage 2006, il Tauriasi Radici Riserva 2006 e insieme al dessert il fiano passito Melizie.
Dopo pranzo abbiamo avuto modo di fare un giro all'interno del resort (visto che bella piscina?) accompagnati questa volta dall'agronomo dell'azienda che oltre a spiegarci il territorio e i vigneti ci ha parlato di due grandi progetti della Mastroberardino:
Il primo riguarda la certificazione e omologazione di due antichi cloni a piede franco e pre-filossera di aglianico che presto entreranno a far parte del Catalogo Nazionale delle Varietà di Vite, col nome “Antonio Mastroberardino VCR 418” e “Antonio Mastroberardino VCR 421”. (per approfondimenti ecco il post a riguardo di Luciano Pignataro)
Il secondo è l'impegno nella salvaguardia dell'ambiente prendendo parte al progetto Viticoltura Sostenibile ovvero "definire linee guida per una produzione eco-sostenibile" studiando prima, e cercare in seguito di ridurre al minimo il consumo di acqua e immissione di CO2 nell'ambiente, per produrre vino.
Il primo riguarda la certificazione e omologazione di due antichi cloni a piede franco e pre-filossera di aglianico che presto entreranno a far parte del Catalogo Nazionale delle Varietà di Vite, col nome “Antonio Mastroberardino VCR 418” e “Antonio Mastroberardino VCR 421”. (per approfondimenti ecco il post a riguardo di Luciano Pignataro)
Il secondo è l'impegno nella salvaguardia dell'ambiente prendendo parte al progetto Viticoltura Sostenibile ovvero "definire linee guida per una produzione eco-sostenibile" studiando prima, e cercare in seguito di ridurre al minimo il consumo di acqua e immissione di CO2 nell'ambiente, per produrre vino.
Per chiudere il bellezza un prestigioso omaggio, ovvero una magnum della Falanghina Morabianca.
Decisamente il modo migliore per concludere questa bella giornata, con un ringraziamento speciale all'Enocommerciale 2000 per aver reso possibile tutto questo.