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lunedì 15 dicembre 2014

il Cesanese di Damiano Ciolli


Come avevo anticipato poco tempo fa, recentemente sono tornato in quel di Olevano Romano, per visitare la cantina di Damiano Ciolli.

Il suo cesanese è  ormai una solida certezza nel panorama vitivinicolo del lazio, tanto se ne è parlato e i riconoscimenti non hanno tardato ad arrivare. 
La storia ormai è nota a tutti ma è sempre meglio spiegare in poche parole quello che è accaduto in questo piccolo borgo da sempre legato al mondo del vino. Fin dagli anni '50/'60 la produzione di cesanese era incentrata sulla quantità con ben poca qualità anzi erano vini anche con rifermentazioni in bottiglia e residui zuccherini (le cosiddette "romanelle") ma andava bene a tutti e il lavoro non mancava. Nei primi anni del nuovo millennio Damiano inizia a gestire le vigne di famiglia con un concetto nuovo incentrato sulla qualità, il successo è quasi immediato, il cesanese risulta un bel vino e grazie alla sua visione moderna ne coglie l'essenza anche grazie al cosiddetto "terroir". 

Dopo il benvenuto in cantina Damiano ci tiene a far visitare i vigneti, qui non si risparmia sulle informazioni: dagli innesti, ai cloni piantati ai diversi modi di allevamento, la composizione del terreno e l'esposizione. Il paesaggio è molto bello, siamo a circa 400 metri s.l.m  in una zona circondata da tre gruppi montuosi, le foto poi parlano chiaro:













I suoi racconti spaziano tra passato, presente e futuro con tanti nuovi progetti in cantiere ma tutto sempre accompagnato dalla sua filosofia: " i vini che produco devono piacere prima di tutto a me".  Ma vediamo nel dettaglio i suoi  vini:

Silene:  "è il vino d'entrata dell'azienda. Il nome deriva da un fiore molto comune nelle nostre campagne, il Silene Vulgaris riconoscibile dalla caratteristica forma a palloncino. E' ottenuto da una selezione di uve Cesanese di Affile (100%) provenienti da vigneti piantati nel 1981 e nel 2002, allevati rispettivamente a cordone speronato e Guyot. La resa alla raccolta varia da 1,5 a 2 kg a seconda del ceppo (da 6 a 10 grappoli per pianta). Le uve - vendemmiate a mano quando la maturazione ha raggiunto il livello ottimale – vengono fermentate in vasche di acciaio a temperatura non superiore ai 25 °C per preservare gli aromi caratteristici del Cesanese. La fermentazione dura circa 8 giorni; dopo la svinatura il Silene affina in vasche di cemento, sui suoi depositi fini per circa un anno e dopo l'imbottigliamento riposa nelle nostre cantine per ulteriori 6 mesi." *(tratto dal sito aziendale)

C'è da aggiungere che Damiano vinifica separatamente le uve proveniente da ogni singolo vigneto  per capire l'evoluzione nel tempo e decidere di volta in volta il blend, ma anche per una storia e una cultura su questo vitigno visto che non ci sono esempi storici di tradizione nel tempo.

Cirsum: "il cui nome trae ispirazione dal cardo campestre, è la nostra selezione aziendale, proveniente da un vigneto di Cesanese di Affile di circa 1 ettaro, piantato nel 1953 e coltivato ad alberello modificato in parete. Questa vigna produce naturalmente da 4 a 6 grappoli per ceppo. La vendemmia manuale avviene quando la maturazione delle bucce, dei vinaccioli e degli aromi ha raggiunto l'optimum. I grappoli vengono accuratamente selezionati, ed eventuali acini imperfetti vengono immediatamente scartati. Le uve vengono fermentate in acciaio a temperatura non superiore a 25 ° C per preservare gli aromi caratteristici del Cesanese. La macerazione dura circa 15 giorni. Dopodichè il vino viene travasato in botti di rovere francese, dove riposa sui suoi depositi fini per circa 18 mesi. Nel corso dell’affinamento vengono svolti batonages regolari. Dopo l'imbottigliamento Cirsium affina nella nostra cantina per almeno 2 anni." *(tratto dal sito aziendale)

Viene da se che il Silene è un vino più fresco, pronto e "facile", ideale per accompagnare tutto il pasto, il cirsum invece è più strutturato completo e deciso, tanto da meritare un abbinamento specifico a piatti importanti di carne.




Dopo la visita è tappa obbligata il ristorante Sora Maria e Arcangelo, dove Giovanni Milana prepara piatti della tradizione e non solo, ad altissimi livelli, ma di questo già ne avevo parlato qui

Insomma non avete più scuse per non visitare Olevano. 

Damiano Ciolli
Via del Corso 
 Olevano Romano (RM) 
Tel: 06 9564547

Sora Maria e Arcangelo
via Roma, 42
Olevano Romano (Rm) 
tel. 06 9562402 

lunedì 10 novembre 2014

Itinerari del Gusto : Cantina del Tufaio e Sora Maria e Arcangelo


Continuano le mie visite nelle cantine in giro per l'Italia, dopo la Toscana e la Sardegna, e Campania, questa volta non mi sono allontanato troppo da casa. 
La provincia di Roma è ricca di piccole realtà che realizzano ottimi prodotti, come ad esempio la Cantina del Tufaio presso Zagarolo. 

"L’Azienda vitivinicola "Cantina del Tufaio" posta nel cuore della DOC Zagarolo, è stata fondata nel 1994 dagli eredi della Antica Casata Loreti per continuare una tradizione 
che affonda le radici nel lontano 1881.

La cantina è ricavata nel casale costruito da Tiberio Loreti e da una grotta,

 scavata a mano nel tufo, profonda circa 20 metri.

Piccoli produttori hanno messo a disposizione della cantina alcune vecchie vigne che ancora includono i migliori vitigni tradizionali.

Il nome "TUFAIO" vuole celebrare i banchi di tufo di origine vulcanica che affiorano nelle vigne e che conferiscono al nostro DOC il sentore di "tufo bagnato", tipico del miglior vino di Zagarolo."

(tratto dal sito aziendale)

Questa è la presentazione dell'azienda che potete trovare sul sito e penso che in poche parole riesca a ben descrivere la realtà del Tufaio

Partito da Roma presto, in una mattinata di un giorno festivo, dopo pochi km di autostrada ho attraversato le campagne nei dintorni di Zagarolo fino ad arrivare alla cantina.


 Dopo il rituale di benvenuto si arriva subito al clou della visita
ovvero si scende 
                                               nella grotta scavata nel tufo fino ad arrivare 
                                                        ad una profondità di -20 metri.
                            Qui riposano le bottiglie e soprattutto avviene la presa di spuma per il 
                                                                      metodo classico.




All'interno la  temperatura é sempre costante  -circa 15 gradi- imponente il lavoro fatto per realizzare la grotta, interamente scavata a mano nel secolo scorso. 
Guardando con attenzione si notano ancora i segni dello scavo effettuato col piccone.
 Tante nicchie a destra e sinistra ospitano le bottiglie che riposano al fresco, ma anche l'attrezzatura per l'imbottigliamento ed alcune vecchie botti ormai prese d'assalto da muffe nobili.











 Tornati in superfice si assaggiano i vini:

Il Tufaio Brut : metodo classico dosaggio zero, ottenuto da uve pinot bianco, malvasia, e chardonnay. Affinato sui lieviti per almeno 12 mesi.

Il Tufaio: doc zagarolo superiore, ottenuto da malvasia laziale, malvasia di candia, bombino e trebiangiallo. 

Casale Tiberio : igt rosso Lazio, 100% cabernet Sauvignon
Tufaio Passito: igt bianco lazio ottenuto da uve 100% malvasia laziale.

Ammaria: è un omaggio di Claudio (titolare dell'azienda) a sua moglie Maria. Cabernet sauvignon e merlot maturato in barrique nuove per circa 12mesi. 

ANNIke: è invece dedicato alla figlia Nicoletta. Sauvignon Blanc in purezza













Seduto al tavolo è un piacere scambiare quattro chiacchiere con Claudio Loreti proprietario della cantina e profondo conoscitore della zona dal punto di vista vinicolo e storico. Così si passa inevitabilmente a parlare di vino, discorrendo di vitigni internazionali, del perché Roma non abbia una tradizione di vino rosso autoctono di qualità (cesanese escluso) il ruolo della chiesa nella produzione del vino, per finire con nobiltà poi decaduta proprietaria delle terre nei dintorni della città eterna .
Una vera e propria lezione di storia ed enologia sugli ultimi 50 anni nel lazio. 

Via di Colle Cancellata di Mezzo, 30 
 Zagarolo (RM) 
Tel/Fax 069524502
Cell. 3396380419




Fra una chiacchiera e un sorso di vino, ben presto arriva l'ora di pranzo, quindi proseguendo in direzione est sulla via Prenestina si arriva ad Olevano Romano (culla del cesanese... e presto tornerò anche per visitare la cantina Ciolli) ma per adesso la destinazione è il 


foto tratta dal sito
 Chi mi segue avrà ormai notato che da tempo non parlo più di ristoranti. E' diventato ormai un argomento troppo personale, perché quando si mangia in un posto a mio avviso non ci sono solo le pietanze ma anche l'atmosfera, il servizio e tante altre piccole/grandi cose che rendono l'esperienza soggettiva (al netto dei piatti). Inoltre preferisco visitare solide realtà piuttosto che fare il "talent scout" dell'enogastronomia.

Detto questo il ristorante di Giovanni Milana merita un discorso a parte, poiché anche se nell'insegna c'è scritto 'dal 1950' è accertato che già i nonni nel 1926 avevano il ristorante. La lunga storia della famiglia passa anche per il Pigneto (storico quartiere di Roma) da dove il padre Primo, in seguito alla guerra, dovette rifugiarsi in quel di Olevano.


Il resto è storia dei giorni nostri : attenzione maniacale alla materia prima in gran parte locale o regionale, cura nella presentazione dei piatti e una cantina che inizia con un vasto assortimento di cesanese  fino ad arrivare in champagne passando dalla germania (riesling)  e finendo l'assortimento con tante bottiglie italiane e anche una selezione di birre. 

foto tratta dal sito
Sono quasi sempre le  stagioni a dettare il menu,  in questo periodo ad esempio c'è una lunga serie di piatti in cui protagonisti sono i funghi porcini, ma non manca l'agnello, le animelle la coppa di nervetti,  puntarelle e un interessante dolce alle castagne.





Insomma per un gita fuori porta, ma anche un viaggio apposito non vi deluderà. Una bella realtà premiata con i 3 gamberi nell'ultima guida del Gambero Rosso.

Olevano Romano (Rm) 
via Roma, 42 
tel. 06 9562402