lunedì 7 marzo 2011

Annibale Caracci "La Grande Macelleria"

Premetto che non sono un grande appassionato d'arte e quindi nemmeno un esperto, ma mi ritengo una persona curiosa e con una grande "sete" di conoscenza, mi bastano pochi input per scatenare ore di ricerche sui più disparati siti alla ricerca del sapere.
Quindi immaginate cosa può essere successo quando, per caso, mi sono imbattutto nella storia di :

Annibale Caracci



(Bologna, 3 novembre 1560 – Roma, 15 luglio 1609)

"Artista originale, sperimentatore e innovatore, capace di elaborare una nuova forma d'arte basata sullo sudio della realtà. La prima rottura degli schemi convenzionali risale agli anni giovanili, soprattutto in quelle opere di genere tra cui si distingue "La Grande Macelleria" eseguita dopo il trasferimento a Roma dove volle approfondire lo studio degli autori antichi e dei maestri del Rinascimento ed in particolare di Raffaello.

Durante il periodo romano affrescò la galleria di Palazzo Farnese (la sua opera più importante) che da un lato gli procurò una gloria intramontabile, dall'altra lo porto a scivolare in una profonda depressione causata forse dall'eccessivo lavoro e dall'ingraditudine del suo mecenate, che lo allontanò dalla pittura e lo portò ad una precoce morte avvenuta in un umile stanza.
Tuttavia i suoi funerali furono principeschi, e fu sepolto nel Pantheon accanto a Raffaello, secondo i suoi desideri".

Ma tornando all'opera “La Grande Macelleria”, il pittore ha descritto con assoluta chiarezza e spregiudicata verosimiglianza le varie attività che si svolgono in una macelleria.

In primo piano in basso viene raffigurato un garzone che sta per tagliare la testa ad un capretto, vicino a lui vi è un altro personaggio che cerca faticosamente di appendere un mezzano di vitello ad un gancio, la sua torsione del corpo e della testa sottolineano lo sforzo che sta compiendo. Al centro, dietro il bancone, c’è un macellaio che dispone ordinatamente le bistecche di vitello sul banco. Chiude l’immagine un ultimo macellaio, vestito con un grembiule bianco, egli regge la stadera con cui pesa la carne, mentre l’alabardiere si fruga nel borsellino per cercare il denaro necessario a comprare la carne da lui scelta.



Lo scopo del giovane artista, non era solamente quello di descrivere un ambiente "vero" ma intendeva anche dare voce e dignità alle persone industriose, a quegli individui che rendevano vive e ricche le città con la loro fatica quotidiana.

C'è anche un'altra opera inerente allo stesso argomento conosciuta come
"La piccola Macelleria"
(o i due macellai)


di dimensioni ridotte e con minor numero di personaggi, l'intenzione di conferire dignità ai soggetti è ancora più evidente nella posa solenne ed elegante del macellaio che ripone il coltello nel fodero, un gesto paragonabile a quello di un cavaliere.

Infine molti di voi conosceranno il famoso ricettario "Il talismano della Felicità" di Ada Boni, (una vera "bibbia" della cucina italiana) ebbene sulla copertina è raffigurato il Mangiatore di Fagioli sempre del Caracci.


Quest'ultima opera si trova presso la Galleria Colonna a Roma, mentre "la grande macelleria " si trova nella Christ Church di Oxford e "la piccola macelleria" in Texas, al Kimbell Art Museum.


Fonti: Wikipedia, Cristina Casini su Eurocarni (febbraio 2011), SenzaPanna, immagini da Google.

4 commenti:

Daniela @Senza_Panna ha detto...

mia madre ha un'edizione del 56, mia sorella di circa 20 anni dopo e io una degli anni 90, tutte diverse in parte come anche come contenuti.
Sulla mia ci sono i mangiatori di fagioli del Caracci.
:-)

Daniela @Senza_Panna ha detto...

dimenticavo: bellissimno post!!

Lefrancbuveur ha detto...

Confermo: stupendo post!

Max (cucinasms) ha detto...

Bravo Stefano!